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Tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007, la questione relativa al riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso ha monopolizzato l'attenzione della stampa italiana e di buona parte del dibattito politico interno. Per eccesso di ideologia ed emotività, il confronto è rimasto tuttavia confinato tra gli attacchi rivolti alla prospettiva di una "famiglia omosessuale" e l'ammissione imbarazzata di dover fare una "concessione alla diversità" in un mondo che cambia. In sostanza, è mancata una lucida riflessione sul rapporto tra omosessualità e cittadinanza e non ci si è chiesti se la distinzione tra "etero" e "omo" possa davvero reggere sul piano giuridico. Storicamente il concetto di "omosessualità" è transitato dalla giurisdizione morale (lecito/illecito) a quella scientifica (sano/malato) a quella politica (soggetto di diritto).